BEFORE AND AFTER PAINTING

Mostra n. 141 

TITOLO: BEFORE AND AFTER PAINTING

ARTISTA: ARNOLD MARIO DALL’O, ANTONIO RIELLO, SILVANO TESSAROLLO, FRANCESCO TOTARO

A CURA DI: VALERIO DEHÒ

PERIODO: 15 OTTOBRE – 30 DICEMBRE 2022  

INAUGURAZIONE: 15 OTTOBRE 2022, ORE 17.00 – 20.00

SEDE ESPOSIZIONE: LA GIARINA ARTE CONTEMPORANEA (Via Interrato acqua morta 82, 37129, VR)

ORARIO: DAL MARTEDÌ AL SABATO 15.30 – 19.30

La mostra ha come focus la pittura intesa come assenza, fantasma di un paradigma estetico insopprimibile e resistente a ogni ondata della paranoia iconoclasta. Le opere presentate, in larga parte inedite, parlano della pittura evocandola come fonte di paradigmi visivi o di linguaggi che le si avvicinano sfiorandola. BEFORE AND AFTER PAINTING è un concept che guarda al lavoro di artisti che hanno sempre a che fare con la pittura anche quando non la praticano direttamente. Artisti che conoscono i limiti del linguaggio pittorico e cercano continuamente di superarli. Per questo uno dei punti di partenza di questa mostra è il disegno, la pratica della gestualità, che nasce assieme all’idea dell’opera. Oppure la decostruzione del senso attraverso la pittura evocata come fantasma, sopravvivenza di un codice perduto e probabilmente irrecuperabile. In questa prospettiva concettuale ogni segno precede o segue l’immagine, diventa una contemplazione bipolare distaccata e malinconica o rapida e impetuosa come il desiderio del fare. La pittura vive nella sua negazione. 

Per questo sono stati scelti nuclei tematici o linguistici coerenti. Vi è una forma interna di rispecchiamento, o si riscontrano relazioni sottili e totalmente impreviste. 

La scelta delle opere ha privilegiato comunque le singole individualità e poetiche. Sono esposte quindi serie di disegni (Dall’O, Riello, Tessarollo), Sculture (Dall’O, Tessarollo, Totaro), oggetti (Riello), dipinti mediali (Totaro) in cui internet diventa fonte di immagini e di nuove scoperte (Dall’O). BEFORE AND AFTER PAINTING vuole far vedere la vitalità della pittura come Nachleben, sopravvivenza che anima ancora (e sempre) la danza delle immagini e le articola in una dimensione linguistica polivalente, in cui la rete assume il ruolo di memoria collettiva che solo gli artisti possono ricondurre ad un senso attuale.